Chimica acqua

Per bere e impiegare acqua, sia in casa che per il lavoro, è consigliabile conoscerne la composizione chimica. Ci sono sostanze che possono essere misurate di cui alcune sono considerate dannose, oltre certi limiti, dale Norme. Vi introduciamo all'argomento della chimica dell'acqua
CONOSCERE LA CHIMICA DELL'ACQUA

Per comprendere se in casa o presso la vostra Attività Commerciale è utile trattare l’acqua con un eventuale depuratore o sistema di filtrazione occorre conoscere la qualità dell’acqua erogata dalla rete. Conoscerla significa, in sostanza, parlare di chimica dell’acqua.

Conoscere la Chimica dell’Acqua

La composizione chimica dell’acqua consiste nella vasta serie di elementi che possono essere presenti in essa e che la compongono fino a definirne la qualità generale. La chimica varia in base alla tipologia della fonte da dove l’acqua sgorga e può successivamente essere influenzata anche dal percorso che l’acqua compie prima di raggiungere la nostra tavola o il nostro rubinetto.

La rete idrica si compone di condotti, vasche di raccolta e tubazioni dove l’acqua subisce variazioni di composizione chimica dovute sia ai processi di disinfezione che di contaminazione. Le acque imbottigliate, invece, seppur oligominerali e caratterizzate da un certo grado di purezza alla fonte subiscono alterazioni della composizione causate dall’imbottigliamento, dalla contaminazione con disinfettanti e dai periodi di stoccaggio che sono potenziale causa di prolificazione batterica.

L’unico strumento valido che ci permette di conoscere l’esatta composizione chimica della nostra acqua è il test chimico eseguito con la strumentazione specifica da personale qualificato. Consideratelo come il punto di partenza indispensabile per capire se e come trattare la propria acqua per migliorarne la qualità e poterla bere e impiegare con tranquillità.

Conoscere il Ph dell’acqua

La chimica ci insegna che un’acqua dal PH troppo elevato è un’acqua acida che può incidere negativamente sul nostro organismo sino al punto di accrescerne il livello di acidosi interno. La prima caratteristica che dobbiamo guardare in una analisi chimica dell’acqua il suo PH che deve attestarsi su valori compresi tra 6,5 e l’8,0. Avremo un’acqua basica alcalina che, la scienza ci insegna, sarà la base ottimale per idratare correttamente l’organismo aiutandolo anche a ridurre il senso di fatica e ad eliminare scorie e tossine. L’acqua sarà alcalina se priva di una chimica contaminata da organismi esterni, batteri, disinfettanti ,a anche ricca dei giusti sali minerali nobili come calcio, potassio, zinco, silicio e potassio nelle giuste quantità.

La Durezza

L’acqua considerabile pura, secondo la corrente chimica , ha un valore del PH uguale il più possibile vicina a 7, come su già indicato. È basica, ovviamente, per valori più alti di quest’ultimo e acida con un PH Inferiore.  Quando, però, il contenuto di carbonati disciolti in essa sono eccessivi si parla di acqua dura o di durezza dell’acqua. In effetti, la durezza carbonatica è uno dei parametri che viene anche misurato nei test chimici. Molto importanti sono, tra i carbonati, il calcio e il magnesio che possono sia influenzare negativamente la durezza che, al contrario, garantire la giusta alcalinità ( questo quando la durezza è pari ad un valore compreso tra i 15 ed i 50 gradi francesi).

Un’acqua troppo dura, nell’uso alimentare, non solo potrebbe apportare qualche difficoltà ai nostri reni, ma provocherebbe anche alterazioni del gusto di pietanze e infusi, oltre ad incidere sul PH del nostro organismo. Nell’uso quotidiano per scopi di detersione, invece, l’acqua dura provocherebbe un eccessivo bisogno di saponi per il lavaggio di indumenti e suppellettili, la formazione di spiacevoli patine biancastre su sanitari e superfici insieme ad incrostazioni nelle tubature della rete idrica interna.

Le sostanze da evitare

Parlando ancora di chimica dell’acqua, allarghiamo la nostra breve analisi anche ad poche altre tipologie di sostanze che andrebbero conosciute e valutate. Accenniamo, intanto, ai nitrati che sono la risultante dell’impiego di pesticidi in agricoltura e della loro presenza nelle falde freatiche da cui proviene l’acqua di fonte e anche quella in bottiglia. La legge Italiana impone il limita massimo di 50 mg per litro oltre il quale il consumo di acqua deve essere ridotto o evitato.

In associazione alla presenza di cloro, il disinfettante impiegato per ridurre la carica batterica dell’acqua della rete, si parla di clorito e clorato. Si tratta di due sottoprodotti tossici purtroppo legati all’impiego del biossido di cloro e che sono quindi di sostanze presenti quando l’acqua viene disinfettata con tale prodotto. La direttiva Europea 98/83/CE ha imposto il limite massimo di 0,25 mg/l per tali sottoprodotti del Cloro.

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